Da Giaveno alla Sacra di San Michele
Oggi vi portiamo con noi alla Sacra di San Michele: un’escursione che riserva panorami unici sulla bassa Val di Susa spaziando dai Laghi di Avigliana al Rocciamelone.
Arrivando in auto da Avigliana, alla seconda rotonda di Giaveno,
si gira a destra alla prima
uscita e si prosegue in
direzione Valgioie. Arrivati
a Borgata Sala si parcheggia
l’auto nella piazza omonima
dalla quale si può ammirare
la facciata in stile barocco
della chiesa di S. Giacomo. Sul lato destro della chiesa, se si guarda
bene oltre le siepi, si intravede il medioevale Castello degli Albezi de’
Sala, risalente al XIII secolo ma, purtroppo, non visitabile in quanto
proprietà privata.
Si prosegue quindi a piedi lungo la via Sant’Ambrogio,
lasciando alle spalle la
frazione, verso i campi e le zone prative. Camminando si possono ammirare,
a sinistra, il Colle Braida, a destra la cima del Monte Cuneo e di fronte
il Monte Musinè.
Arrivati al pilone votivo dedicato a Maria, San Giuseppe, Santa Cristina
e San Giacomo si prosegue verso sinistra fino ad un altro pilone ormai
ridotto ad un ammasso di macerie. Si gira a sinistra e si segue la strada
fino ad incontrare un ulteriore bivio in cui si gira a destra.
Oltrepassata la recinzione di una casa, la strada diventa sterrata
e raggiunge un quadrivio
dove si trovano diverse
indicazioni tra le quali un segnavia blu con icona VP cioè Via dei
Pellegrini.
Si svolta a sinistra e, da questo punto in poi, si
prosegue su una vera e
propria mulattiera. Al primo bivio si mantiene la destra e, a quello
successivo, la sinistra, entrando nel bosco di carpini, castagni e roveri.
Si prosegue poi sempre diritto lungo la mulattiera. Lungo il percorso si
incontra, sulla sinistra, un masso erratico che emerge fra le betulle ed i
pioppi.
All’uscita del bosco si
arriva a Borgata Santo Stefano e si prosegue, lungo la strada asfaltata,
fino alla Borgata Mortera. E’ possibile evitare parte del tratto asfaltato
facendo il giro dalla Certosa 1515, l’ex Convento di San Francesco che la
leggenda narra fosse stato fondato dal Santo in persona. In realtà fu però
fondato nel 1515 dal Beato
Tommaso Illirico, che ne avviò la costruzione grazie ad un lascito di una
famiglia aviglianese: i Berta.
Nel corso del tempo la Certosa di Avigliana ebbe diverse
destinazioni. Fu sede di una
comunità di monache
certosine e, successivamente, fu acquistata
dal Gruppo Abele, che si
attivò per il restauro. Dal settembre 2011, è gestito dall’associazione
“Certosa1515 Onlus” . Nei locali potete trovare
una casa per ferie, un
ristorante, un teatro, un auditorium
e delle sale riunioni dove è
possibile organizzare eventi e corsi di formazione.
Dalla Certosa, dopo due tornanti, si giunge alla borgata Mortera (658m
slm), frazione di Avigliana. Essendo questa una zona ricca di acque, è
verosimile che la borgata debba il suo nome a
mortarium che, in latino,
indica un ricettacolo di acque stagnanti. Il nome Mortera
significherebbe, quindi,
“luogo di molte acque”.
A Mortera si imbocca il “Sentiero dei Principi” (Stra dij Prins^) ben
segnalato da cartelli e segnavia. Questa strada fu
realizzata intorno al 1836
ed utilizzata per traslare, dal Duomo di S. Giovanni di Torino alla Sacra di San Michele, per volere di Carlo Alberto, le
salme di alcuni principi e principesse di Casa Savoia. Sul libro “Sentieri
in Val Sangone” di Claudio Rolando (Edizioni Susalibri) trovate una
bellissima descrizione dell’evento nel capitolo: La Strada dei Principi:
tra storia e leggenda”.
Da Mortera si prosegue, seguendo le indicazioni lungo la strada e,
in circa 20 minuti si arriva
alla Cascina Pogolotti . Da questo punto si prosegue con la mulattiera
che, man mano, inizia a salire.
Questo tratto è anche chiamato la
“Stra ëd l’Émme” (la strada
dell’Emme) in riferimento ai numerosi tornanti con i quali sale la
mulattiera. Si intravedono sul lato sinistro vari terrazzamenti in passato
realizzati per coltivare ortaggi, cereali e viti. Oggi queste colture sono
state abbandonate e si intravedono solo più,
qua e là, degli alberi da
frutto. In questa zona abbiamo saputo si coltivi anche la canapa e che,
proprio dal Sentiero dei Principi, se ne possano vedere i campi coltivati.
Noi non li abbiamo visti ma probabilmente perché abbiamo effettuato
l’escursione a gennaio...
Il giro può essere effettuato tutto l’anno, inverno compreso (neve e
ghiaccio permettendo). Vi consigliamo, comunque, di verificarne in
anticipo le condizioni con il CAI o con gli uffici turistici di
zona.
Noi siamo stati molto fortunati, lo abbiamo fatto l’ultima domenica
di gennaio 2021 ed
abbiamo trovato una giornata splendida con cielo azzurro e clima
primaverile. Lungo il percorso pochissimi i tratti innevati/ghiacciati
facilmente superabili con degli scarponcini.
Sicuramente i periodi migliori per questa gita sono però la primavera
e l’autunno. In estate bisogna considerare che può fare
molto caldo ed i punti
esposti sono parecchi.
Alla prossima!!
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